È il 1983 quando Antonio Colombo inventa una nuova “sensazione” nella storia del nastro manubrio: il l’Original Cork Ribbon Cinelli. L’avvento di questa miscela duratura e ultraleggera di EVA e sughero naturale, spugnosa e dalla presa perfetta, rese immediatamente i nastri dell’epoca – in cotone o vinile – storia passata. Nell’arco di pochi anni il nastro è diventato uno standard, scelto dai professionisti e dagli amatori di tutto il mondo. E il più copiato.
Oggi Cinelli vanta una vasta gamma nastri capace di soddisfare un’infinità di stili e di gusti. Anche così, l’Original Cork Ribbon, ancora realizzato con la stessa ricetta segreta di EVA e sughero del 1983, rimane tecnologicamente incomparabile in termini di leggerezza, durata, grip, comfort e, ovvio, estetica. Così, i rider di tutto il mondo sanno ancora oggi che il Cork Ribbon Cinelli, è il nastro manubrio per la bicicletta da corsa seria.
Il debutto del Cork Ribbon
La prima pubblicità del rivoluzionario nastro manubrio in EVA e sughero. “Cork Ribbon, Pugno di Ferro, Guanto di Velluto”
L’invenzione
Era il 1982 quando ricevetti la visita di un nostro fornitore di grande inventiva, che ci propose di usare un nuovo materiale plastico copolimerico che aveva iniziato a produrre, chiamato EVA (Ethylene Vinyl Acetate). Suggerì di usarlo come nastro manubrio. Mentre lo ascoltavo, fissavo le strisce di EVA che aveva con sé e che riusciva a produrre in un solo colore, una specie di tono caucciù naturale molto piatto e senz’anima. Ma che mi mise un tarlo nella testa. Al tempo ero un appassionato cultore di pesca alla mosca, e scappavo appena potevo in Inghilterra. Non solo per pescare ma anche per scovare le migliori guide e libri antichi e polverosi su canne e mosche dei primi decenni dell’Ottocento, su come annodare l’esca perfetta. Le migliori canne da pesca a mosca avevano l’impugnatura in sughero: leggero, assorbente, gradevole al tatto.
Esaminai queste strisce di schiuma assorbente incolore e incominciai a immaginare una versione di questo materiale con qualcosa di un po’ più magico per i ciclisti: chiesi al fornitore di sperimentare la possibilità di introdurre il sughero nell’EVA. La sperimentazione durò a lungo perché il sughero è anelastico mentre EVA è elastico e il nastro deve essere sufficientemente elastico da essere avvolto stretto al manubrio. Lavorammo a lungo sulla proporzione tra le parti prima di giungere alla miscela perfetta e segreta. Ancora oggi appannaggio del nostro fornitore italiano. Finalmente, nel 1983, avevamo un prodotto da vendere, ma solo nel colore “neutro”. Per due anni ci ostinammo a promuovere questo nuovo prodotto tecnicamente di pura avanguardia ma con poco successo.
Fino al 1985, l’anno del progresso: eravamo finalmente in grado di colorare la parte in EVA. Iniziammo con una scelta di 8 colori e da un giorno con l’altro il nastro fu un trionfo. Ricordo Andy Hampsten in una cronometro del Giro d’Italia con il Cork Ribbon senza guanti (!) – e immediatamente comprai tutte le immagini dei corridori famosi dei Grandi Giri che correvano senza guanti con il nostro nastro e li usai come pubblicità. Dopo allora, impazzirono tutti ed eravamo in grado di fare colori e colori in un’infinità di stili diversi.
Ci imitavano tutti, non solo nel fare nastri in EVA – ciò che era già di per sé un’ottima idea – ma anche cospargendo sughero nella mescola, per farla risultare spudoratamente simile alla nostra. Così abbiamo dovuto inziare a scrivere proprio ‘Original Cork Ribbon’, cosi che nessuno si dimenticasse chi l’avevo fatto per primo!. Sono ancora oggi molto orgoglioso perché mentre molti prodotti dell’epoca sono scomparsi, Cork Ribbon, l’Originale, è l’unico ancora usato per vincere i Grandi Giri, ancora tecnologicamente identico a come era 30 anni fa.
Antonio Colombo
Presidente di Cinelli
Cork Splash
Nel 1992 Cinelli rivoluzionò l’idea di una bici pulita, di un solo colore, approfittando delle ultime tecnologie di produzione dell’EVA per presentare il nastro CORK SPLASH, che riuniva fino a 7 colori diversi e venne utilizzato da Claudio Chiappucci.
Senza Guanti
Finché posso ricordare, mi sono sempre piaciuti e ho sempre corso con componenti Cinelli (quando ero bambino era così caro e speciale che lo chiamavamo C-Note (Banconote da cento dollari) Cinelli anziché Cino Cinelli) quindi mi rese felice firmare il mio primo contratto come professionista nel 1985 con 7-Eleven, scoprendo che saremmo stati sponsorizzati da Cinelli. Ho sempre preferito correre senza guanti, salvo quando sospettavo che sarebbe stata una gara con condizioni toste, quindi quando mi diedero il Cork pensai che fosse la cosa perfetta cui aggrapparmi: era spesso, imbottito e potevi stringerlo come il vecchio nastro in tessuto che piaceva a me, ma era anche facile da pulire, come il materiale plastico che usavano tutti in quel periodo. Anche nelle gare calde e sudate, con la pioggia: presa perfetta. Ho sempre associato questa qualità con i pezzettini di sughero che vedevo nel nastro. Verso la fine della mia carriera, mentre correvo con la Banesto, chiesi ai meccanici della squadra di mettere il nastro Cork Cinelli sulla mia piega, pur sapendo che non era nostro sponsor. I meccanici mi guardarono e fecero spallucce, come a dire “Se il nastro lucido va bene a Indurain, va bene anche a te.” Allora per la stagione mi rimisi i guanti! Ricorderò sempre gli anni con il Cork come gli anni in cui potevo correre senza guanti tutte le volte che ne avevo voglia.
Andy Hampsten,
Vincitore del Giro d’Italia 1988
Qui la gamma completa di tutti i 48 nastri Cinelli
Dalle edizioni speciali disegnate da famosi artisti ai nastri in pelle, fino al rinnovato Original Cork Ribbon